Archivio per 2010

Guida al progressive metal

Ormai è passato molto tempo da quando ho iniziato ad ascoltare progressive metal e mi sento di scrivere questo articolo, che vuole essere una sorta di guida per chi è stanco di ascoltare la solita musica commerciale da radio e ha voglia di sperimentare nuove sonorità. Ma anche per coloro che sono semplicemente curiosi di capire un genere di cui non si parla affatto in tv e radio, ma che in realtà è ampiamente diffuso nel panorama musicale.

Un genere musicale nasce dall’esigenza di classificare delle band che non rientrano negli schemi di un’epoca, e quando si parla di progressive metal, la prima band che viene in mente sono senza dubbio i Dream Theater. Dire però che i Dream Theater rappresentino il progressive metal, è un po’ come affermare che Bach rappresenta la musica classica.
I Dream Theater sono senz’altro tra le band prog più conosciute, ma non sono certamente sufficienti a rappresentare un genere così vasto e particolare come il progressive metal.

La parola «metal» fa subito scattare in molte persone una serie di pregiudizi che probabilmente derivano dall’associazione del genere metal al sottogenere heavy metal, che ha ben poco a che fare con il prog. Infatti quando si parla di metal, i primi nomi che possono venire in mente a chi non ascolta il genere sono Iron Maiden, Metallica, Black Sabbath e simili, ma queste band hanno ben poco a che fare con il progressive metal. Vediamo grossomodo quali sono le caratteristiche che contraddistinguono il progressive metal.

Gli strumenti

Il prog è stato il primo genere metal a fare largo uso delle tastiere, che permettono di richiamare atmosfere tipiche del jazz e del blues, in genere assenti nel metal. Un esempio lampante è il progetto musicale Liquid Tension Experiment. Le tastiere vengono inoltre spesso associate a dei sintetizzatori, che introducono delle particolarissime sonorità all’interno del genere. Un compositore che fa largo utilizzo di sintetizzatori nei suoi brani è Arjen Lucassen, di cui spesso ho parlato in articoli precedenti.
Oltre alle immancabili chitarre, basso e batteria, spesso il prog fa utilizzo di strumenti atipici per il metal, come viola, violino, flauto, sassofono, pianoforte, clavicembalo, mandolino…
Un ottimo esempio di come il sassofono possa abbracciare il progerssive metal ci è fornito da Ihsahn, che nel suo album After ci delizia con dei fantastici assoli a opera di Jørgen Munkeby.

Tecnica e voce

Il progressive metal è un genere basato sulla sperimentazione. Sperimentazione di nuove sonorità, nuovi tempi, nuovi strumenti, nuove tecniche compositive.

Una delle caratteristiche di alcuni brani prog, è la complessità dei tempi. Le radio e la musica commerciale abituano l’orecchio a tempi molto semplici, come 2/4 e 4/4. Nel progressive metal, essendo appunto un genere sperimentale, si fa spesso utilizzo di tempi molto più complessi e difficili da seguire ma che nel complesso risultano molto più interessanti da ascoltare.

Per quanto riguarda la voce, il growl è uno degli aspetti del metal che è più difficile apprezzare, quando si è agli esordi. Generalmente è anche difficile da trovare nel progressive metal, essendo più caratteristico di generi come il death e il black metal, ma nonostante ciò c’è una band che è riuscita a fondere perfettamente il death metal con il progressive metal, facendo largo utilizzo del growl: gli Opeth. In particolare il cantante degli Opeth Mikael Åkerfeldt, è famoso per cantare sia le parti «lisce» che quelle in growl, ed è considerato una delle migliori voci growl.
Gli Opeth sono probabilmente la band ideale per chi vuole «imparare» ad ascoltare growl, essendo perfettamente miscelato con quello che può essere chiamato progressive death metal.

Un’altra caratteristica che contraddistingue il prog è la lunghezza degli assoli: assoli di chitarra, tastiera, sassofono, batteria e di ogni altro strumento, si presentano nella maggior parte dei brani. Anche gli assoli, come il growl, non sono facili da ascoltare le prime volte; addirittura potrebbero risultare troppo lunghi e noiosi se li si ascolta troppo superficialmente. Il prog è un genere abbastanza complesso che va ascoltato con attenzione, proprio come la musica classica! Infatti il paragone tra musica classica e progessive metal viene fatto spesso, proprio per i molti aspetti che hanno in comune; molte persone che ascoltano prog, spesso ascoltano anche musica classica.

I concept

I concept album, ossia gli album sviluppati su una trama o una storia ben precisa, non sono certo una prerogativa del progressive metal, ma le band prog che ne fanno uso sono davvero innumerevoli.
Tra gli esempi più noti vi sono senza dubbio gli Ayreon, il cui progetto musicale è interamente basato su una travolgente saga fantascientifica, di cui ogni album costituisce un elemento; i Pain of Salvation che pubblicano prevalentemente concept album, trattando temi che vanno dall’esistenziale-filosofico a questioni più concrete come la sessualità.
Gli stessi Dream Theater hanno pubblicato un concept, Metropolis Pt. 2: Scenes from a Memory, in cui viene narrata in modo teatrale l’intrigante storia di Nicholas e Victoria.

I concept album vanno generalmente ascoltati con il libretto originale, o almeno seguendo una trascrizione dei testi, sia per evitare di distrarsi mentre si ascolta, sia per poter seguire appieno la storia, dato che spesso i vari personaggi sono interpretati sempre dalla stessa voce.
Secondo il mio modesto parere, i concept album riescono a far provare delle emozioni che un normale album non è in grado di dare.

Come iniziare?

Da che punto bisogna partire per iniziare ad ascoltare progressive metal? La risposta a questa domanda credo sia molto suscettibile, dato che ogni persona dovrà scegliere un suo percorso preciso da seguire, in base ai propri gusti musicali. Ciò che posso sicuramente consigliare è di partire da album meno tecnici e più melodici, magari più semplici da ascoltare. Alcuni esempi sono: The Human Equation degli Ayreon, Metropolis Pt. 2: Scenes from a Memory dei Dream Theater, Remedy Lane dei Pain of Salvation, Emergent dei Gordian Knot, A Murder of Crows dei Dead Soul Tribe, e la lista potrebbe continuare ancora a lungo…

Un’altra band che consiglio fortemente a chi vuole iniziare ad ascoltare prog, sono i Pink Floyd. Anche se non è metal, è pur sempre progressive rock, che in un certo senso è la culla del progressive metal. Sono molte le band che richiamano sonorità nate con i Pink Floyd, i quali possono essere considerati come un’avanguardia del prog. Album fortemente consigliati sono The Dark Side of the Moon e Wish You Were Here

Attenzione! Un modo che suggerisco fortemente di adottare per ascoltare progressive metal è quello di riprodurre album interi, e non singole canzoni scaricate illegalmente o da YouTube, dato che ogni brano è spesso una parte costituente di un’opera più grande che può essere apprezzata solo se ascoltata nella sua interezza. Quindi, per quanto possa essere bello un brano preso singolarmente, è molto meglio ascoltarlo assieme agli altri brani dello stesso album.
Spesso inoltre è importante poter osservare la copertina che, come in un libro, completa anche emotivamente l’album grazie alle immagini rappresentate.

Strumenti utili

Per terminare questo articolo vorrei segnalare un paio di siti web che possono essere utili per la ricerca di nuovi album e nuove band:

  • Metalstorm: è una community creata attorno ad un database abbastanza completo di musica metal. È molto utile per scoprire gli album più apprezzati dagli utenti, che possono votare artisti e album. Sono inoltre disponibili delle classifiche sui migliori album, filtrabili per genere musicale e anno di produzione.
  • Encyclopaedia Metallum: è il database di musica metal più ampio che conosca. È possibile mostrare l’elenco di tutte le band progressive metal contenute nel database, sono qualche migliaio!
  • Wikipedia: anche se può sembrare scontato, Wikipedia IT è davvero ben fornita di voci riguardanti band musicali. Spesso è in grado di fornirci informazioni anche molto interessanti che in genere è difficile trovare in giro.

Come accedere facilmente a The Pirate Bay dall’Italia

Ormai è da quasi due anni che il noto motore di ricerca dei torrent The Pirate Bay non risulta accessibile dall’Italia. I maggiori ISP ne hanno infatti bloccato l’accesso, come è stato spiegato nel blog di The Pirate Bay.

Vorrei precisare che scaricare materiale non protetto da copyright tramite torrent, P2P e altri sistemi di file sharing NON COSTITUISCE REATO.

Per accedere a The Pirate Bay sono possibili diverse soluzioni, quella che propongo in questo articolo è quella di accedervi tramite il servizio offerto da Anonymouse:

http://anonymouse.org/cgi-bin/anon-www_de.cgi/http://thepiratebay.org/

Anonymouse è un servizio che permette di navigare in internet senza lasciare alcuna traccia delle nostre informazioni personali. Quando vi collegate a The Pirate Bay non siete voi realmente che effettuate l’accesso, ma è Anonymouse che lo fa per voi, restituendovi il contenuto della pagina.
La navigazione tramite Anonymouse può risultare più lenta della navigazione diretta, ma nel caso di download di piccoli file, come sono i .torrent, non è certo un problema.


Lettere accentate maiuscole con Caps Lock attivo su Windows

Per qualche strano ed arcano motivo, se si attiva il Caps Lock sulle tastiere di Windows le lettere accentate restano minuscole. Quindi se provate a scrivere “cioè” in maiuscolo, ottenete un orripilante “CIOè”. Per scrivere correttamente “CIOÈ” bisogna aprire la mappa caratteri, cercare  la lettera “È” nell’elenco e incollarla nel testo.
In alternativa, se si conosce il codice ASCII della lettera “È”, basta premere ALT+212, ma è comunque una scocciatura.

Tramite un’applicazione della Microsoft, Keyboard Layout Creator, è possibile modificare il layout della tastiera per riempire tutti quei “buchi” a cui è soggetto il layout tradizionale, come ad esempio le accentate maiuscole. Vediamo come fare.

Scarichiamo e installiamo il software da questo indirizzo:
Keyboard Layout Creator
(Link alternativo)

Una volta aperto il programma, carichiamo il layout standard italiano da File -> Load Existing Keyboard… -> Italiano.
Cliccando sulle varie checkbox sulla sinistra possiamo vedere come varia il layout quando premiamo ctrl, alt, shift e le varie combinazioni. Clicchiamo su Show the Caps Lock e vediamo che le lettere accentate restano identiche a quando il Caps Lock è disattivato. Clicchiamo allora sulle lettere accentate e sostituiamole con le relative maiuscole, ossia: “À È Ì Ò Ù”.

Oltre a questa piccola modifica, possiamo personalizzare il layout della tastiera a nostro piacimento, aggiungendo simboli che utilizziamo spesso e che non sono presenti nel layout standard. Come potete vedere, infatti, i simboli associati al tasto AltGr sono appena cinque e abbiamo un’intera tastiera da poter personalizzare.

Una volta terminate le modifiche, per poter applicare il nuovo layout, dobbiamo compilarlo. Clicchiamo su Project -> Build DLL and Setup Package. Ci verrà chiesto di modificare il nome del layout se non lo abbiamo già fatto. Clicchiamo su e inseriamo un nome per il layout. Clicchiamo su Ok, poi su No alla richiesta di vedere il file di log e infine su alla richiesta di aprire la cartella in cui è stato creato il file di installazione.

All’interno della cartella che è stata creata, apriamo il file setup.exe e completiamo l’installazione. Una volta terminata il nuovo layout verrà installato sul nostro sistema e dovremo poi impostarlo come layout predefinito. Dal Pannello di Controllo apriamo la finestra di configurazione Paese e lingue, da cui selezioniamo la scheda Tastiere e lingue -> Cambia tastiere. Nella scheda Generale selezioniamo il nostro layout sotto la voce Lingua di input predefinita e infine clicchiamo su Ok.

A questo punto riavviamo il computer e la configurazione del nostro layout sarà finalmente completata.

Per i meno esperti che non vogliono scaricare il Keyboard Layout Creator per creare il proprio layout, possono scaricare l’installer già compilato da me di un layout con le sole maiuscole accentate modificate.
Download – Layout_Caps.zip

Una volta estratto ed installato dovete comunque impostarlo come layout predefinito per poterlo utilizzare.

Per chi fosse interessato ad un layout un po’ più complesso e personalizzato, potete utilizzare il seguente, che è molto pratico ed è stato realizzato da Davide:
Download – ITCustom.zip


Pain of Salvation – Beyond the Pale


Escher comic

Questa vignetta in pieno stile escheriano è meravigliosa :).


Recuperare e riparare video MP4 interrotti o cancellati

Quando la registrazione di un video in formato MP4 viene bruscamente interrotta e il file non viene finalizzato, spesso il filmato diventa inutilizzabile. Nelle stesse condizioni ci si può ritrovare se si tenta di recuperare un filmato accidentalmente cancellato: la maggior parte dei dati è recuperata, ma mancando alcune informazioni fondamentali non è possibile riprodurre il video.

La prima cosa che si può tentare di fare è cercare di riprodurre il video con un programma un po’ più flessibile, come ad esempio VLC, per poi salvarlo in un nuovo file. La lista di programmi che è possibile utilizzare per provare a riprodurre il video è pressoché interminabile, ma dopo averne provati 4-5 le speranze calano e si perde fiducia.

Il metodo che intendo spiegare in questo articolo non è proprio semplicissimo, specie per chi non ha mai avuto a che fare con l’hex editing, ma cercherò di spiegare tutti i passaggi in modo quanto più dattagliato è possibile.

Premetto che non sono un esperto di editing video e la soluzione a cui sono giunto deriva da numerose ricerche su google e sui vari forum dedicati all’argomento. Inoltre in questa guida utilizzo software per Windows, ma il procedimento può essere seguito con software equivalenti su GNU/Linux.

Vediamo in breve quali sono le operazioni da effettuare per ripristinare un video:

  1. Recupero: qualora il video fosse stato cancellato, la prima cosa da fare è cercare di recuperarlo per poterlo riparare
  2. Riparazione: la riparazione che tenteremo di effettuare consisterà nel sostiture alcune righe del file danneggiato con quelle di un file funzionante dello stesso tipo
  3. Salvataggio: una volta riparato il file, ne salveremo una versione riproducibile in un nuovo file MP4

1. Recupero

Se il nostro problema deriva da una cancellazione accidentale (o non!) del video, la prima cosa da fare è tentare di recuperarlo. È importante notare che quando un file viene “cancellato” dal dispositivo, nella maggior parte dei casi non viene realmente eliminato dalla memoria, ma viene “nascosto” rendendo lo spazio da lui occupato disponibile per altri file. Se quindi dopo la cancellazione la memoria non è stata più utilizzata, le probabilità di ritrovare il file integro sono abbastanza elevate.

Il programma che ho utilizzato con Windows è WinHex, disponibile anche in versione free. Su GNU/Linux è disponibile una valida alternativa che è PhotoRec.
Da Strumenti -> Apri unità disco selezioniamo la nostra memoria nel gruppo Unità logiche. Se non dovesse aprirsi la finestra che permette di esplorare le cartelle, visualizziamola tramite Visualizza -> Mostra -> Esplora cartella. Tramite questa finestra possiamo accedere alla cartella contenente il file cancellato, che è possibile recuperare semplicemente tramite Click destro sul file -> Recupera/Copia. Se il file dovesse essere contrassegnato da un’icona con una X e dimensioni di pohi kB, il suo recupero potrebbe diventare molto più complicato. Lo stesso vale se questo non dovesse essere affatto presente nella lista di file. In questo caso WinHex mette a disposizione degli strumenti, accessibili tramite Strumenti -> Utilità disco sui quali però non mi soffermerò.

2. Riparazione

Veniamo ora alla parte più interessante di questa guida. In questa fase avremo bisogno di un editor esadecimale; potete utilizzare ancora WinHex se siete su Windows, oppure una qualsiasi alternativa come Shed per sistemi GNU/Linux.
Prima di dirvi come procedere è necessario capire innanzitutto come è strutturato un file MP4: una spiegazione dettagliata la potete trovare QUI; in breve esso è costituito da una serie di atom, che sono una specie di tag contenenti informazioni sui video. Ogni atom è costituito da 8 byte (caratteri): 4 byte per la sua dimensione (in giallo, nella foto) e altri 4 per il nome (in azzurro).

La riparazione che tenteremo di effettuare consiste nel copiare l’atom di nome esds da un filmato funzionante a quello danneggiato.
Apriamo con un editor esadecimale un filmato girato con lo stesso dispositivo del video danneggiato e cerchiamo la stringa esds. Dovrebbe essercene una sola, preceduta dall’atom mp4v e seguita dall’atom mdat.
Selezioniamo tutto l’atom esds, partendo da 4 byte prima del nome, fino a 4 byte prima di mdat, come indicato nella figura:

Questa stringa va copiata tra l’atom ftyp e l’atom esds, nella prima riga del file danneggiato. Ricordate sempre che l’atom inizia con i 4 byte sulle dimensioni, seguiti dai 4 byte del nome, quindi la stringa va incollata giusto 4 caratteri prima della stringa “esds”, come indicato in figura:

A questo punto siamo pronti per la fase finale, il salvataggio del video in una versione riproducibile.

3. Salvataggio

Per salvare il file in una versione riproducibile utilizzeremo MP4Creator, un software open source che permette di aprire il bytestream e salvarlo come filmato MP4 riproducibile.
Per prima cosa rinominiamo il file video danneggiato da .mp4 a .mp4v, altrimenti il software non riconosce l’estensione. Collochiamo MP4Creator e il video da riparare nella stessa directory, ed eseguiamo il seguente comando:

mp4creator --create=fdanneggiato.mp4v --rate=24 --verbose video.mp4

Sostituendo ovviamente fdanneggiato e rate con i parametri del nostro video. In realtà MP4Creator supporta l’opzione –variable-frame-rate, ma con me non ha funzionato, su nessuno dei due pc con cui ho provato.
Se tutto è andato a buon fine, il nuovo file video.mp4 dovrebbe essere visualizzabile correttamente da qualsiasi player video.

L’unico problema di questo sistema è che non riesce a recuperare l’audio dei filmati. Ripeto, non essendo un esperto di editing video non so di preciso a cosa sia dovuto il problema, ma sono quasi sicuro se si possa recuperare anche quello.

In conclusione, ho testato questo procedimento sia con un filmato la cui registrazione è stata bruscamente interrotta, sia con un filmato che era stato cancellato da un cellulare (Nokia N82) e in entrambi i casi sono riuscito a recuperare il video con successo.


Nuova versione del servizio Esis UniNa

Finalmente è diventata operativa la nuova versione del sito Esis Unina, il servizio che fornisce le funzioni universitarie agli studenti della Federico Secondo di Napoli.

Se si prova ad accedere al vecchio indirizzo del sito, viene mostrato un messaggio che informa sull’esistenza della nuova versione, accessibile tramite questo indirizzo:
www.segrepass.unina.it


Già dalla prima schermata si nota, oltre alla grafica estremamente migliorata, il cambio del sistema di login. Prima infatti si poteva accedere al servizio solo tramite matricola e pin (con la matricola case sensitive che faceva differenza tra N123 e n123), ora è possibile utilizzare le varie combinazioni matricola/pin, codice fiscale/pin, username/password.

La prima enorme differenza rispetto alla prima versione che devo segnalare, è la perfetta fruibilità del sito con Firefox. Non ho ancora avuto il tempo di provare il servizio con altri browser, ma dato che l’accessibilità era proprio il primo problema del vecchio Esis, immagino (spero) che abbiano lavorato molto su questo aspetto. (Basti ricordare che la precedente versione si apriva in un pop-up e tutti i browser bloccano di default l’apertura di pop-up!)

Una rapida occhiata al codice HTML delle pagine mostra purtroppo che questo non rispetta gli standard del W3C (l’ente che si occupa dell’accessibilità e degli standard dei siti web), infatti prima della dichiarazione del doctype vi sono una ventina di caratteri “a capo” che non permettono la validazione del W3C Validator.

Una volta effettuato l’accesso è possibile notare la nuova struttura dei menù, che è davvero molto chiara e intuitiva.
Nel menù Dati Carriera sono disponibili una serie di funzioni di riepilogo sui dati universitari molto utili, come il riepilogo delle spese universitarie e quello sugli esami e sui crediti, che calcola automaticamente diversi tipi di media (aritmetica, ponderata, in trentesimi e in centodecimi).

Per quanto riguarda la prenotazione degli esami non posso ancora testarla, perché i miei professori non hanno ancora pubblicato le date d’esame sul sito, quindi non posso effettuare prenotazioni.
Da quanto c’è scritto, il sistema dovrebbe controllare automaticamente le propedeuticità degli esami permettendo di prenotare solo gli esami che è possibile sostenere.

Inoltre nel menù è presente una nuova voce: Certificati. Purtroppo non è possibile stampare dei veri e propri certificati tramite il proprio computer, infatti in questa sezione viene visualizzato il messaggio: “E’ possibile stampare i certificati che visualizzi in questa sezione solo dalle postazioni situate nelle aule multimediali.“. Non so se questa scelta sia stata fatta per motivi legali o altro, ma è comunque possibile stampare gli stessi documenti sottoforma di autocertificazioni.

Nel complesso, il servizio è stato notevolmente migliorato sotto molti aspetti. Prima del verdetto finale, però, dobbiamo aspettare la prossima sessione d’esami, quando i server verranno stressati dalle migliaia di richieste di prenotazione esame e ci sarà un’altissima probabilità di malfunzionamenti.


Benzina

Ma la derivata del prezzo della benzina, quando cavolo diventa negativa?