Facebook? Col cavolo…

È un po’ di tempo che non si sente parlare d’altro. “La nuova moda, fatti un Facebook!”, “Il comune di Chissaddovelandia ha vietato l’utilizzo di Facebook perché gli impiegati non lavoravano per aggiornare il proprio Facebook”, “Studenti passano giornate intere ad aggiornare il loro Facebook e non studiano”, “La droga di Facebook” e così via.

Dopo l’ennesima richiesta di iscrizione a Facebook che mi è stata fatta da amici via email, ho deciso di provare ad iscrivermi, sotto nome fittizio.

Nel giro di un quarto d’ora ho trovato contatti di compagni di scuola delle elementari, delle medie, del liceo… Gente che non sentivo da anni, o persone che conosco solo di vista, e tutto grazie allo strumento “Persone che potresti conoscere”.

Non c’è voluto molto per rendermi conto che il 90% delle persone che conosco, e che hanno una connessione ad internet, hanno un account di Facebook.

Ma… proviamo a vedere questo servizio un po’ più dall’alto…

Il proprietario (o i proprietari) di Facebook, o chiunque abbia accesso al database del sito, ha a disposizione una immensa rete intrigata che collega una grandissima fetta di utenti che vanno dai 14 ai 50 ed oltre anni, in base ai loro legami, conoscenze, affetti…

Volendo, potrebbe sapere tutto riguardo una persona. Oltre a conoscere nome, cognome e informazioni personali varie, è in grado di conoscere le persone che frequenta, i legami affettivi e così via, fino a sapere cosa sta facendo in un determinato momento della giornata! (a seconda del “livello di utilizzio” di Facebook).

Addirittura, qualche settimana fa, è stato pubblicato un articolo su un giornale (mi sembra di ricordare la Repubblica) che raccontava di un dipendente di un’azienda che è stato licenziato per essersi preso un giorno di malattia e aver raccontato sul proprio facebook che in realtà si era ubriacato e non aveva voglia di lavorare.

Ma questo è solo uno, dei tantissimi casi che si stanno moltiplicando, di utilizzo delle informazioni personali pubblicate liberamente su blog, Facebook e affini.

Personalmente, non mi iscriverò mai a Facebook con le mie informazioni personali. Ma ovviamente c’è sempre chi la pensa prendendo tutto alla leggera, dicendo:”Cosa dovrebbe farsene Facebook proprio delle MIE informazioni…? non si accorgerà neanche che esisto!”. Ma questo ragionamento qualunquista, è lo stesso che circola tra coloro che non credono nelle manifestazioni, nelle proteste e negli scioperi.

Un tempo ci si batteva per difendere la propria privacy, ora si regalano informazioni personali come se niente fosse…

Forse lo scenario descritto da Orwell in 1984, non è affatto così utopico